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Cosa pensano i più giovani, 40 anni dopo il terremoto del Friuli?

L. Peruzza, A. Saraò, C. Barnaba e G. Massolino

Abstract: 

Il 6 maggio 1976 ha inizio una sequenza sismica che interesserà l'Italia nord-orientale per più di un anno. L'evento principale, avvenuto a est dei centri abitati maggiormente colpiti (Gemona del Friuli, Osoppo e Venzone), ha una magnitudo elevata (MS=6,4), e provoca la morte di circa 1000 persone, devastando 41 comuni nell'area centrale del Friuli. Nel corso dei mesi, la sismicità migra verso nord-ovest (Slejko et al., 1999; Aoudia et al., 2000; Slejko, 2018), e i nuovi crolli di settembre impongono un globale ripensamento delle strategie di intervento (Zamberletti, 2018). La ricostruzione post-terremoto, condotta nei decenni successivi trasforma profondamente l'intera realtà regionale, e con essa tende a svanire il ricordo di una comunità legato a quanti in prima persona vissero quei momenti. Le commemorazioni degli anniversari sono quindi una buona opportunità per ricordare la storia sismica passata e aumentare nei giovani la consapevolezza di vivere in un'area soggetta a terremoti.